Erodoto
(Alicarnasso 484 - Turi 426 ca a.C.) Storico greco. In seguito alla fallita rivolta contro il tiranno Ligdami, fu costretto all’esilio, a Samo e poi ad Atene; partecipò alla colonizzazione di Turi, di cui divenne cittadino. Viaggiò a lungo, in Grecia, Asia Minore, Egitto, Persia, arricchendosi di esperienze e conoscenze dirette e ad Atene conobbe Pericle, Sofocle e Anassagora. Scrisse, in dialetto ionico, le Storie (divise dai grammatici alessandrini in 9 libri), sullo scontro tra greci e persiani fino alla presa di Sesto (478 a.C.), in cui ampio spazio (libri 1-4) è dedicato alla precedente storia dell’impero persiano con interessanti digressioni geo-etnografiche su Egitto, Scizia, Libia. Elementi significativi sono: la conoscenza diretta degli avvenimenti e delle tradizioni orali e scritte, accolte sulla base di una critica razionale, nonché di una notevole equanimità, che gli ha meritato il titolo di “padre della storia”; la convinzione che l’invidia degli dei e la tracotanza dell’uomo, che spezza le regole del vivere civile, siano alla radice delle alterne vicende umane; il gusto del meraviglioso e del romanzesco (inserite nell’opera vi sono alcune “novelle” come quelle di Rampsinito, di Gige e Candaule), che ben si esprime in uno stile ampio e diffuso (definito dagli antichi “omerico”), di mirabile chiarezza.

Voce estratta dall'Enciclopedia Zanichelli 2005 a cura di Edigeo.